Chiara Francini (attrice e scrittrice)
Roma 21.1.2021
Intervista di Gianfranco Gramola
“Quando mi è stato chiesto di scrivere un
libro, io ho pensato di volerlo fare solo quando avessi una storia che mi
permettesse di scrivere un romanzo che rimanesse e sono stata sbalordita e
felice di vedere il successo di pubblico e il successo di critica”
E’ uscito la quarta fatica letteraria di
Chiara Francini “Il cielo stellato fa le fusa”. Ambientato in una tenuta
della sua Toscana, è un libro divertente, ironico dove si respira cultura,
poesia e anche cibo. Un libro di novelle, ispirato dal Decamerone di Boccaccio,
dove i ragazzi, costretti in clausura involontaria, raccontano le loro storie.
Racconti acuti, divertenti e anche amari, che fanno riflettere e anche
sorridere. Parole e dettagli che raggiungono il lettore come un bagliore che
entra dalla finestra. La Francini, autrice brillante, con questo libro attiva la
fantasia e ci ubriaca di esperienze, ci incanta e ci trasmette emozioni
rendendole interessanti, efficaci e coinvolgenti.
Attrice di successo (ha fatto teatro, cinema
e televisione), ha pubblicato 4 libri: Non parlare con la bocca piena (2017) -
Mia madre non lo deve sapere (2018) - Un anno felice (2019) - Il cielo stellato
fa le fusa (2020). Inoltre ha ricevuto numerosi riconoscimenti.
Ha detto:
- La mia unica regola è di studiare,
approcciandomi con rigore, serietà e creatività a ciò che faccio. Sono una
donna, per cui multitasking, in più vengo dalla provincia, da una famiglia
molto normale, cresciuta con una concezione quasi calvinista della vita.
- Ho comprato una casa in centro a Roma.
Coloratissima. C'è chi ha un Picasso e chi, come me, ha gli armadi di Antonio
Dattis, un ex liutaio pugliese che fa mobili su misura meravigliosi.
- Tutto quello che faccio è per far piacere
a mia mamma. Sono quella che sono perché lei è sempre stata sincera con me, mi
ha sempre sostenuto ma anche criticato, a volte stroncato.
- Con i miei genitori ho sempre parlato
molto. Il dialogo mi ha reso libera e linda. Per me è come una tovaglia di lino
che al pranzo della domenica ci deve arrivare pulita.
- Le etichette mi gonfiano come la ribollita
di mia mamma. Ti vogliono sempre o in un modo o in un altro. O bella o colta. O
fai cinema o fai TV. O zozza o immacolata. Ecco perché io scherzo sempre
parlando delle mie "volitive" (i seni): perché sembra che se porto
una quinta di reggiseno tu non possa scrivere bene o pensare bene.
Curiosità
- Ha frequentato lo stesso liceo (il Dante)
di Matteo Renzi.
- Da 17 anni ha un fidanzato svedese
Fredrerick Lundqvist, ex calciatore che oggi si occupa di sicurezza.
- Conosce 5 lingue straniere: inglese,
francese, tedesco, portoghese e spagnolo.
- Nata sotto il segno del sagittario, è
laureata in ermeneutica.
Intervista
Mi spieghi la motivazione della dedica
del libro, con la poesia di Alessandro Penna “A tutti i diversi”?
Perché volevo sottolineare come la diversità
è un qualcosa che non appartiene a qualcuno e ad altri no. La diversità è un
qualcosa che, grazie a Dio, caratterizza la vita di tutti noi. La poesia di
Alessandro Penna, a parte che è una poesia meravigliosa, sottolinea appunto
come la diversità e quindi la consapevolezza
di quelle che sono le proprie caratteristiche che molte volte possono
essere considerate dei difetti, delle brutture, in realtà sono delle
ineliminabili possibilità di essere esattamente quello che siamo, ovvero degli
straordinari esemplari di unicità e imperfezione umana.
Sei al quarto libro e quest’ultimo è
alla quinta ristampa. Ci hai preso gusto, a scrivere. Mi racconti com’è nata
la passione per la scrittura?
In realtà ho sempre avuto un grande amore
per la letteratura. Poi quando mi è stato chiesto di scrivere un libro, io ho
pensato di volerlo fare solo quando avessi una storia che mi permettesse di
scrivere un romanzo che rimanesse e sono stata sbalordita e felice di vedere il
successo di pubblico e il successo di critica. Quindi questo mi ha fatto
progredire perché in realtà la scrittura è avere la possibilità, anche nel
mio caso, di far vedere quelle che sono le mie peculiarità. Ed è stato forse
l’atto più coraggioso che ho fatto inconsciamente nella mia vita.
Perché hai voluto ispirare il tuo
“Il cielo stellato fa le fusa” al Decamerone di Boccaccio e alle sue
novelle?
Perché “Il cielo stellato fa le fusa”
nel suo cuore ha il dialogo, nel suo cuore ha le novelle. La novella esattamente
significa raccontare e ascoltare e questa struttura mi ha dato l’opportunità
di inserire tutta una serie di storie, esattamente come succede nella vita.
Storie che mi avevano toccato, che mi avevano commosso e che in realtà
raccontano sia per i contenuti, sia anche per le persone, questa
straordinaria commedia umana che è la vita.
Mi ha colpito l’accortezza con cui hai
descritto i personaggi, i luoghi, i particolari e la tua fantasia. Sei molto
pignola nei dettagli, vero?
Io penso che la verità sia un buon punto di
partenza, nel senso che penso che un autore deve consegnare al lettore il meglio
che ha, quindi si, sono pignola, perché se parlo di un fatto storico ne faccio
una descrizione, voglio che i lettori abbiano il meglio perché voglio e spero
rimanga qualcosa di questo romanzo. Mi dicono delle persone, che hanno letto il
libro, che sono venuti a conoscenza di fatti storici che non conoscevano ed è
come se avessero vicini a loro anche un amico su cui fare riferimento,
anche per un momento di consolazione, perché la lettura e la scrittura sono
esattamente questo: sono accoglienza.
In questo romanzo hai voluto dare voce al
tuo gatto. Sei una gattara come Anna Magnani? Com’è nata l’idea della voce
narrante del gatto Rollone?
Si, sono assolutamente una gattara e anche in
questo caso volevo ispirarmi alla verità, perché in realtà io vivo con dei
gatti che amo particolarmente. Ho trovato l’idea di questo narratore perché
è così acuto e a volte un filosofo stoico, altre sembra un gattone
monicelliano. L’idea di questo felino che, come diceva Hemingway “I gatti a
differenza degli esseri umani, hanno un’onestà emotiva, perché non riescono
a nascondere i propri sentimenti”, e adoravo l’idea del fatto che
accompagnasse questi esseri umani senza giudicarli, ma penetrarli e amarli
profondamente e in Rollone c’è esattamente tutto ciò che io ritengo bello.
Questo suo essere filosofo, questo suo modo di essere legato alla vita, al cibo,
alla bellezza e anche nel titolo c’è esattamente questo. “Il cielo stellato
fa le fusa” è umanità che fa le fusa e quindi si muove, vibra, ricerca il
godimento e la felicità che è l’unico dovere con il quale veniamo al mondo.
Cosa serve per catturare nuovi lettori?
Quali sono gli ingredienti per un buon libro?
Tre ingredienti: la verità, la sincerità e
la vita.
Nel tuo libro si respira prosa, poesia,
cultura, umanità e anche cibo. Visto che nomini Trimalcione, com’è il tuo
rapporto con il cibo?
Ottimo, perché il cibo è vita, il cibo
insieme alla cultura è ciò che ci da la vita, perché non c’è niente di più
bello del momento del convitto. Il momento del convitto attorno al tavolo è il
momento in cui scambi la vita perché ti scambi il cibo, ti scambi parole. Sono
momenti importanti della nostra vita. Quando si parla del Natale, si pensa a
quando si vuole festeggiare qualcosa, c’è il cibo perché il cibo è
esattamente questo, significa rivoluzione ed è la vita.
Temi di più la critica dei tuoi lettori
con le recensioni o delle persone che stimi?
Io scrivo per tutti quindi in realtà più
che temere, sono molto felice, la cosa più bella, la gioia più bella è che i
lettori amano ciò che scrivo, ma soprattutto che si rivedono in ciò che scrivo
e questo mi da la consapevolezza di quello che in realtà è la scrittura. E’
la vita, ovvero il fatto di non essere da soli, il fatto di vivere significa
sentirsi in una comunità, far parte di una comunità. Non si vince da soli, non
ci si salva da soli. Quindi questo mi da felicità.
Hai dedicato cinque pagine ai
ringraziamenti. Sei una ragazza molto generosa e riconoscente.
Si, perché io penso che il sentimento su cui
si dovrebbe fondare ogni essere umano, sia quello della riconoscenza e della
gratitudine. Io trovo gioia nel ringraziare sia le persone del presente che del
passato, ma comunque tutte le persone che hanno contribuito a far si che potessi
scrivere questo romanzo.
Qual è il momento più creativo della
giornata?
La mattina e il pomeriggio. Io non sono un
animale notturno.
Scrivere ha migliorato il tuo percorso di
vita?
Assolutamente si. Perché quando si scrive,
ci si conosce. Non c’è niente che esalta di più che la conoscenza.
Nello scrivere un libro è più
difficile iniziare il racconto o finirlo?
Edoardo De Filippo diceva che quando hai la
fine e l’inizio, hai tutta la storia. In realtà la penso proprio come lui.
Come concili il tuo lavoro di attrice con
quello di scrittrice?
Sono una donna (risata).
Adesso vivi a Roma. La Città Eterna è
fonte di ispirazione per i tuoi libri?
I primi due libri sono ambientati a Roma e
gli ultimi due in Toscana, quindi due pari (risata). Nei miei libri non c’è
solo Roma o la Toscana, c’è anche l’Italia. Io sono sempre profondamente
attratta e influenzata da tutta la realtà che
vedo, che mi circonda. Non potrei non guardare per scrivere.
A proposito di gatti, ho letto questa
bellissima frase: “Se fosse possibile dotare i gatti di ali, essi non si
accontenterebbero di essere uccelli, ma angeli”. Sei d’accordo?
Si, assolutamente è così. Perché il gatto
è un animale che cattura il tuo cuore senza importelo. I gatti sono autorevoli,
mai autoritari. Non hanno bisogno di urlare, di aggredirti e sono gli animali più
vicini alle donne.
Vorrei terminare l’intervista con una
domanda romantica. Da anni sei fidanzata con Frederick, ex calciatore svedese.
Come ti ha conquistato e cosa pensa di te come scrittrice?
Mi ha conquistato con la verità e con il suo
essere genuino. Di me come
scrittrice pensa che sia esattamente come la lingua italiana ... come un fiore
che è composto da tanti petali. A differenza dalle lingue straniere, la lingua
italiana è come un fiore.